Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/368

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— 356 Egetorida figlio di Antagora: e strappandomi da Coo, mi ebbe per forza il rapitore Persiano. Alla quale, Paasania rispose: Fatti animo, o donna, e conBda sì per la tua condizione di supplicante e sì ancora, se è vero quello elio tu nai dici, che tu sii la figlia di Egetorida di Coo; al quale mi congiungono vincoli di ospizio più intimi e stretti che con qualunque altro uomo di quelle parti. Ciò detto, la consegnò agli Efori lì presenti, e poi, conforme al di lei desiderio, la mandò in Egina.

77. All’apparizione da noi descritta di questa donna, tenne dietro immediatamente l’arrivo dei Mantinei al campo ellenico, i quali sopraggiungevano a cose fatte: e quando si accorsero di essere arrivati troppo tardi, se ne afflissero immensamente, e apertamente confessavano di aver meritato castigo. Avendo poi saputo che una parte dei Medi aveva con Artabazo presa la fuga, avrebbero voluto inseguirli fino in Tessaglia; ma i Lacedemoat ne li dissuasero; e tornati che furono a casa, mandarono in esigilo i loro coudottieri. Dopo i Mantinei, arrivarono anche gli Elei: i quali, al pari dei Mantinei, se ne tornarono addietro con gran dolore; e rientrati cbo furono a casa, essi pure mandarono per prima cosa in esigilo li condottieri. Ma dei Mantinei e degli Elei è detto abbastanza.

78. Vi fu poi fra le milizie egi aetiche raccolte a Platea un egineta di nome Lampone, uomo di molto seguito fra la sua gente, il quale si affrettò a presentarsi a Pansania, facendogli una proposizione sconvenientissima. Venuto, infatti, dinanzi a lui, gl’indirizzo queste studiate parole: figlio di Cleombroto, tu hai compita un’opera