Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/370

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

-358 nanzi con proposte simili; ed abbi in luogo di grazia, se ti lascio andar salvo. Il che udito, quegli se oe andò via.

80. Avendo poscia Pausaiiia messo fuori un bando, con cui proibiva a tutti i suoi di abbandonarsi alla preda, dette speciale incarico agl’Iloti di adunare essi le ricchezze nemiche. E allora gl’Iloti, sparsi per il campo persiano, trovarono le tende piene d’oro e d’argento: fatti d’oro e d’argento i letti; fatti d’oro i vasi e le patere e le coppe d’ogni ragione. Oitredichè rinvennero sopra i carri dimolti sacchi, con entrovi caldaie d’oro e d’argento. E spogliavano i cadaveri delle loro armille e delle loro collane, come pure degli acinaci d’oro, nel mentre che delle variopinte vesti non facevano nissun caso. Tutto quello poi che gl’Iloti riuscirono a nascondere della preda, lo vendettero agli Egineti, e consegnarono solo quel tanto c(ie era impossibile di sottrarre. Da quest<, fatto però ebbero origine le straordinarie ricchezze degli Egineti, i quali comprarono dagl’Iloti l’oro al prezzo del rame (14).

d

81. E radunate che ebbero i Greci tutte insieme ricchezze barbariche, ne prescelsero una decima parte i per il Nume delfico: donde il tripode d’oro a lui dedicato, che vedesi sopra il tricipite serpente di bronzo accanto all’ara. E un’altra decima parte donarono al Nume olimpico: donde la statua di bronzo di Giove, alta dieci cubiti, che gli sacrarono. E un’altra decima parte, finalmente, oS^rirono al Nume Istmio; la quale servì ad innalzare quella statua in bronzo di Nettuno dell’altezza di sette cubiti. Dopo di che gli Elleni divisero il restante