Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/382

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

- 370 —

avanzarono contro i Barbari; e tosto volò per tutte le schiere il grido: che Mardonio era stato vinto in Beozia dalle armi elleniche; oltredichè fu trovato un caduceo abbandonato sopra la spiag-g-ia. Nei quali fatti si riscontra evidente l’operazione divina. Inaperocchè il giorno steaso in cui seguì la disfatta di Platea, ne giungeva la notizia a Micale, dove doveva avverarsi una seconda disfatta dei Barbari. E certo la fama sparsa delle glorie plateesi conferì enormemente ad aggiungere fortezza ed ardore nei combattenti.

101. Ma c’è anche un altro riscontro degno d’essere considerato; voglio dire, che tanto la battaglia di Platea quanto questa di Micale ebbero luogo entrambe in prossimità di un tempio dedicato a Cerere Eleusina. E la fama sparsa fra i Greci di Micale della vittoria ottenuta da Pausania a Platea era io tutto conforme al vero: giacché a Platea si combattette nelle ore mattutine, e» Micale invece sul far di vespro. Ma che le due battaglie fossero proprio accadute nello stesso giorno dello stesso mese, i Greci di Micale lo appresero poi più tardi. E certa cosa è che, infiuo a tanto che non giunse al loro orecchio quel rumore di cui parlammo, essi erano molto inquieti e paurosi, non tanto per se medesimi quanto (ler l’universale dei Greci, temendo forte che l’Eliade dovesse soggiacere finalmente a Mardonio. Ma non appena volò ad essi la fama della vittoria plateese, andarono iocontro al nemico molto più celeri e baldanzosi. Onde si può dire che non meno i Greci che i Barbari ardessero di paragonarsi a Micale, mettendosi innanzi agli occhi, come premio ambito della vittoria, le isole e l’Ellesponto.