Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/385

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■po gli Ateniesi, quelli che più si distinsero a Micale,

furono senza dubbio i Corinti, i Trezenì ed i Sicionl.

I

106. I Greci, posciachè ebbero uccisi, nel combattimento e nella fuga, la maggior parte dei Barbari, bruciarono le navi, bruciarono lo steccato; e già avevano antecedentemente raccolta sopra la spiaggia tutta la preda, né ci mancavan tesori. Approdati poi che furono i Greci all’isola di Samo, si misero a consultare intorno al trasferimento dalli Ioni in altre sedi, e intorno al luogo pili conveniente di stabilirli fra le regioni dell’EIlarle che erano degli Elleni. Ventilando per conseguenza il partito di abbandonare la Ionia ni Barbari: imperocché non appariva possibile di mantenere una tutela perpetua sui Greci asiatici; e senza questa, non essendoci speranza di liberarli durevolmente dal giogo persiano. Nella quale consultazione, i Peloponnesì di maggior grado più specialmente opinavano: che li Ioni dovessero essere stabiliti in quegli empori dell’Eliade, dove abitavano popolazioni devote al nome medico, e però meritevoli di essere «bandeggiate. Ma gli Ateniesi non convennero menomamente nella sentenza di trasferire li Ioni in altre sedi, € non soffrirono che i Peloponnesì s’immischiassero negli affari delle loro colonie. Contro la quale opposizione i Peloponnesì cedettero di buon garbo. E accolsero piuttosto nella confederazione contro Persia i Samì, i Cliii, i Lesbi e tutti gli altri insulari che vollero unirsi nell’impresa coi Greci, tenendoli stretti con giuramento alla data fede. Dopo di che fecero vela per l’Ellesponto, coll’intenzione di rompervi i ponti, che essi credevano ancora in piedi.