Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/390

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— 378 il maggior male possibile. Disegno che gli sarebbe benissimo succeriuto, io credo, se avesse potuto efiFettualmente arrivare infino ai Battrì ed ai Saci; poiché questi popoli lo amavano, ed egli n’era il rettore. Ma Serse, informato di ogni cosa, gli mandò dietro un esercito, che, avendolo sopraggiunto per via, fece strage di lui, de’suoi figli e di tutti. Questa, pertanto, è la storia degli amori di Serse e della fine di Masiste (20).

114. I Greci che da Micale si spingevano navigando verso l’Ellesponto, stanziarono dapprima alquanto presso al capo di Lecto, trattenuti ivi dai venti che li impedivano. Poscia afferrarono ad Abido, dove trovarono già rotti quei ponti che essi presumevano ancora in piedi, e che erano stati la cagione principalissima di quella lor corsa sull’Ellesponto: laonde Leotichide e i Peloponnesi pensarono bene di tornarsene in Grecia. Santippe invece e gli Ateniesi prescelsero di rimanere, e di tentare l’impresa del Cher.soneso. Quindi i Lacedemoni messeri» verso casa; e gli Ateniesi invece, trasferitisi da Abid» sul Chersoneso, assediarono Sesto.

115. E la città di Sesto essendo il punto piti forte munito del Chersoneso; fino dai primi avvisi della comparsa dei Greci ncH’Ellesponto, ci si raccolse gente dalle vicinanze, e ci tornò anche da Cardia il persiano Eobazo, che era là andato a deporre il cordame dei ponti. Il foi poi della popolazione di Sesto era eolica, ma con mol mescolanza di Persiani e di altri loro confederati.


116. Governava per Serse la provincia, di cui Sesto^ capo, il persiano Artautte, uomo scelleratissimo. Il quale