Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/403

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.vTenisse per "nessun motivo particolare. Ma il costante e significaatjasimo silenzio di Tucidide è ancora aggravato dal fatto, che nel nono anno della guerra peloponnesia, Decelea, fa indabbiamente occupata e fortificata dai Lacedemoni, e tenuta fino al fine della guerra, come un sito opportunissimo ai loro intenti. Per tutte le quali ragioni, alcuni commentatori credono che quando Erodoto dice: che i Lacedemoni usarono riguardi a Decelea, anche quando furono, molti anni appresso, in guerra cogli Ateniesi; non sì debba già intendere additata con tali parole la guerra del Peloponneso, propriamente detta, ma piuttosto l’assalto dato all’Attica da Plistonaco, quattoi^ dici anni aranti, con grave pericolo che ne nascesse una guerra lunga e terribile fra’ due Stati. Allorché esso penetrò subitamente il territorio di Eleusi e la pianura di Tria; ma poi, sopraggiunto da Pericle tornato io fretta dall’Eubea, con altrettanta prestezza se ne tornò indietro. Pei-cbò, quantunque la subita ritirata fosse generalmente tenuta come un efletto di corruzione, e come tale punita nel re Plistonaco e nel suo mentore Cleandrida dagli Spartani; il trattato pei’ò non appariva cosi certo e lampante, che non potessero . arer luogo anche altre, e più onorevoli, spiegazioni. Né è fuor del probabile, dicono, che molti Ateniesi; (,er la loro naturale disposizione a colorire gli avvenimenti politici di tinte mitiche e religiosa; attribuissero volentieri la ritirata di Plistonaco alla sua ripugnanza di inoltrarsi nella vallo del Cefisso, dove avrebbe percosso necessariamente nella cittÀ di Decelea; essendosi egli risoluto di risparmiarla per la memoria della grazia da lei acquistata con i Tindaridi, quando andavano in cerca di Elena rapita. Se perù è vero questo commento, bisogna credere che Erodoto abbia scritto il Capo 73° della Calliope non molto dopo l’a. 445 a. C.

N. 14. ’EvOaOxa itoXXà fièv K^étrTovre? èmliXtov irpò^ toù? "AtiWitcu;

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Tutto quello poi che gl’Iloti riuscirono a nascondere della preda,

lo vendettero agli Egineti Da quetto fatto però ebbero origine

U straordinarie ricehette degli Bgintti, ecc.

Che alcuni, e anche molti, Egineti, arricchissero, dopo Platea, in conseguenza del frodolento trafliìco cogl’Iloti, dì cui ci parla Erodoto nel passo sovrallegato, sta bene. Ma il far dipendere addirittura da detti traffici le grandi e famose ricchezze di Egina, non pare, per dire il vero, cosa molto credibile. Alcuni sospettano che Erodoto sia ■tato qui indotto in errore dalla aolita malevolenza degli Ateniesi.

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