Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/404

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TrevTairnXfoi; «Svòpò^ barla ^«pdvTi (§ 83).

Avendo i Platcesi raccolte insieme le ossa di quegli estinti, /W trovato in meno ad esse un cranio prito affatto di commfssure, t

composto tutto di u?i osso solo E si trovarono anche ossn umane

della lunghetta di cinque cubili.

Udb gracdissima Ince fo sparsa su qaeato luogo; dove Erodoto descrìve tre miracoli dì conformazione umana, tino più grosso dell’altro; dall’ìntcressantiBsimo libro dello Starle, che s’intitola: Analecta medica eco veteribus scriptoribus non medicis. Dove egli fat cercato, con una diligentissima raccolta di esempi antichi e moderni, di dimostrare la vcridlciik e credibilità di Erodoto anche in questa particolare. E a proposito dei crani senza legamenti nh commessure, ma fatti di un pezzo solo, lo Stark dice; che i casi sono certamente rarissimi, ma che puro se n’hanno esempi, non solo antichi ma anche moderni. Citando mas^imamenle il famoso cranio di quell’Alberto di Brandeburgo, chiamato l’Achille della Germania, che morì oeiraDoo 1486, e fu sepolto nel monastero di Heiisbronn. In quanto ai denti però, cosi uniti insieme come fossero fatti di un osso solo, lo SUrk confessa che mancano assolutamente esempi di età recente, enooe’i da far meglio per questo capo che riferirsi agli antichi testi. A Vllerio Massimo, p. e., che racconta un tale portento di Prusit re i\ Bitinia; e a Plutarco, che attesta un fatto consimile di Pirro, re del’ l’Epiro. Ma per quel che spetta, finalmente, agii uomini lunghini cinque cubiti; lo Stark crede, che la narrazione di Erodoto possa estere confermata con buoni esempi, non solo antichi, ma anche modertrl N. 16. TOùv 6è fiVXurv 6aoi kqI qiaivovTai iv flXaTut^oi fovre^ Tdipou ToÙToui; bè éKdoToui; xtbuara xù,oai keivò, k. t. \. (§ 85).

Laddove qxtelli (tumuli) che si veggono degli altri popoli, nof’ sono che effetti di gente ontosa per essersi trovala assente dalt^ battaglia, e che aitarono dei sepolcri vóti per dirla ad intender^ ai posteri.

Tutta questa storia dei sepolcri vóti non ha davvero molto del vf rosìmìle. E si puCi mettere, forse e senza forse, il Capitolo 8Sfi dell» Calliope insieme con quegli altri parecchi, dove il giudizio di Erodoto appare visibilmente sviato e corrotto dalla sua frequenza cogli Ateniesi. Quantunque non può negarsi, che la storiella dei sepolcri vóti poteva trovare un certo credito e sostegno nel fatto riferito dallo stesso Erodoto, che alla battaglia di Platea, propriamente detta, ossia alla fazione terminativa della guerra, i soli Lacedemoni, Tegeati, Ateniesi, Fliasl e Megaresi parteciparono: gli altri no. Il qoal fatto è anche sostanzialmente ripetuto e confermato da Plutarco nella Viia