Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/57

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5 peraltro definire con sicurezza, se Serse gettasse tutte (jaeste cose al mare come atto di devozione al sole nascente. non piuttosto perchè, rimordeadog’li la coscienza del flagellato Ellesponto, abbia voluto placarlo con tali

dODÌ.

55. Fornite poi che furono tutte queste preparazioni, incominciò il passaggio. E il ponte costrutto verso l’ Eusìdo servì al transito di tutti i fanti e di tutti i cavalli: quello invece che guardava l’Egeo, fu usato per i giumenti colle bagaglio e per il servidorame. Precedevano i diecimila, tatti cinti il capo di una corona; e dopo <)Qesti veniva la confusa moltitudine di ogni fatta nazioni già menzionata più sopra. Questi passarono il primo giorno. E all’indomani, andavano innanzi a tutti i mille cavalieri e i mille astati dalle lancio rovesciate, tutti incoronati essi pure: indi procedevano i sacri destrieri e il «acro cocchio reale; e appresso veniva Serse in persona, immediatamente seguito da quegli altri astati e da quegli altri mille cavalieri già da me descritti a suo luogo. Fioalmeote passò tutto il resto del grande esercito; e anche le navi furono tirate all’altra parte dello stretto. Né voglio neppur lasciare di aggiungere che, secondo una certa fama, il re sarebbe stato effettualmente l’ultimo a eseguire il passaggio.

56. E poi che Serse ebbe posto il piede sul suolo d’ Europa, volle vedere tutto il suo esercito marciargli davanti sotto l’azione delle sferze. Il qual passaggio durò per sette giorni e sette notti continue. senza alcuno intermezzo. Narrano poi che, dopo il transito di Serse all’altra xtrte dello stretto, un Ellespoatio esclamasse: Perchè