Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/182

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156 DUODECIMA.

Se di sì grave error già noto è al mondo
55Il moltiplice esempio, al mondo ignòta
Non resti le cagion. Con rea catena
Tengono de’ mortali il core avvinto
L’orgoglio, ed il piacer; con moti opposti
Lo strascinano entrambi, entrambi a gara
60Ne contrasta l’impero. Il fiero orgoglio
Qual aquila superba al ciel s’estolle,
E qual palustre augel s’annida al suolo
Il reo piacer, che di gustar de’ bruti
I diletti si pasce. Avido è l’uomo
65Di gloria, e di piacer. Vorria se stesso
Render più illustre, e soddisfar la voce
De’ bassi sensi: e mentre l 1 alma tende
All’etra il corpo in fango vii s’avvelge*
Ma pur d’entrambi nel momento stesso
70L’uomo goder vorrebbe, e tenta in vano
Di giungere a compir sì dura impresa.
Ma che non tenta l’uom quando gli bolle
Viva brama nel seno? Or se de’ sensi
II diletto non nasce insiem con quello,
75Che la ragion produce, il nostro spirto,
Qual sofista ingegnoso, una novella
Ragione inventa, che non torce il ciglio
Dalla scena più vii, nè a quella avara _

  • J dl sua ] °de • Al suo lavoro invita

80Quest* spirto U grazie, e a lor togliendo
Il casto cjntt, ed il rossor, le rende
guai Bassaridi impure, ailor che il nume
Jibbnfestoso a tracannare invitano.
Con tale scorta al. nostro ciglia espone
85Mi le fantasmi, e mille dolci incanti,
li. 1 alma assonna, istupidisce, opprime,
Che nel gioire il rio veleno ingbiotte.
Perde questa il vigor, perde il coraggio,
~~ x * 1 arno, ciò che l 7 offese,
90ira 1 orgggho, e ’l piacer, che guerra eterna