Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/187

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NOTTE. 161

245Liberi sono i suoi pensieri, e questi
Essa sola risveglia j a suo talento
Gli ordina, li combina: e a lei non basta
D’un mondo sol la sfera, ove si spazj
Quei forte immaginar, che padre, e figlio
250È di se stesso: e con robusti vanni
Scorrendo allor Y immensità del cielo,
Sulla terra dipoi- raccoglie il volo") % ’
Come nocchier, che dopo lungo errore
Getta l’ancora fida, e si riposa.
255Quando la notte il tenebrosp velo
Lascia cader sul globo, io mi ngtiro
L* ombra dell 1 alto onnipotente braccie.
Posta tra l’uomo, e quei fallaci oggetti,
Che nascondergli vuol. Lungi dal inonda
260Va la scena incostante, e si dilegua >
Che troppo vasto, e solitario spazio
La divide dall’nom» Di quel sonante
Strepito, che prodotto è dall’inquieto
Agitarsi di quella, all’uom non giunge
265Che un indistinto suono, e questo ancora
Si confonde coll’aria, e poi si perde;
E di quel mondo i flutti infidi, i tanti
Vortici ascosi, e gl’infelici avanzi s
Di quei, che ciechi a naufragar sen vanno,
270Allor da lungi, e senza rischio osserva.
In questi istanti di perfetta calma
Libero al cielo s’erge il core, in questi
Agli accenti del Nume il cor risponde*
In noi veggiamo allor tjuell’universo,
275Che meditar si debbe, in cui discende
L’alma, e sul trono della Coscienza assisa
( Qual Re tra’ suoi più fidi ) a stretto esame
Chiama il passato, e l’avvenir prepara.
Più non v’ha chi difenda i nostri errori f
280E già mira scoperta allora il vizio
Ogni menzogna sua: dell’alma in faccia
Nudo apparisce, e del color fallace,
Che nel dì ci sedusse, allora è privo.