Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/198

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172 DECIMATERZA

È senza scelta entro se stesso ammassa
15Quant’altri immaginò j da questa enorme
Copia di cibo-, nutrimento, e vita
La sua ragion non ha; che questa appunto
L’avvilisce, l’uccider In tal ricchezza
Povera sempre, a depredar la messe. /
20D’altri s’affanna, e ’l suo terreno intanto
Senza ónor, senza fronda inutil giaee.
Così Palma riroan serva, mendica:, Ogni
giusto pensier svanisce e muore:
Nelle perdite sue cresce l’orgoglio,
25É per gli studj, che formare un saggio M
Dovean, più ch’altri mai folle diviene. -,
Se la saviezza è ciò ch’ogni mortale
Apprender debbe, oh! quanto mai più.saggi
JVella dura sua scuola il duol ci rende!
30Quando un amico a noi toglie la morte,
Quei, che vivon tuttora, e a noi son cari,
Voglion, che più non si rammenti. Oh. Dio!
Che la cieca amicizia allor non vede ...
Il nostro vero ben, se il caso acerbo
35Vuol, che pia non si pianga. È forse a noi
Più amico Tuoni di quella destra eterna
Che tal colpo vibrò? L’eterno Nume,
E che ci affligge, e vuol, che l’uomo abborra
Del vizio ingannator la calma infida,
40E che virtude a lui renda la pace.. i,
Son le sventure i nostri amici, e il fosco
Vel, che tristezza ha seco, a noi discopre
La verità, che tra’ mentiti raggi ’Della
felicitade a f noi?on giunse....
45Così la notte alla diurna lampa, •
Ogni lume’ togliendo y al nostro ciglio
Popolo immenso di. lucenti stelle
Mostra, che l’alto ciel rischiara, e ingemma
Delle sventure il tempo è di virtude
50La più bella stagione; e quando un fiero
Tormento infuria, e ci trafigge il core,
Sparge allor la saviezza in lieto aspettò