Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/282

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256 VENTESIMA

165Allo splendor di grandi oggetti avvezzi;
Perchè nuovo non sia per l’alma sua
Il più forte stupir: perchè s’innalzi
A quelP altezza di pensieri, a quello
Energico sentir, di cui bisogno
170Un giorno avrà per non cadere infranto.
Del sommo bene all’impensato aspetto.
Vuol quel Numer, che l’uom mirando il cielo
Facil renda. a se stesso usar quell’alta
Riverenza, e sentir quello stupore,
175In cui convien, che l’uomo stesso viva
Per li secoli eterni in sfaccia a lui .
JE quanto più le sue potenze estese
Avrà Falma dall’uomo in questo esilio,
Di più dolce piacere in eiel sia colma,
180E di maggior felicità capace *
O Monarca de’ cieli, o tu, di cui
L’aspetto sol comprende il sommo bene,
Tu che solo empier puoi quel vuoto immenso
Che lascia l’universo th cor dell’uomo;
185In quei dolci trasporti in sen destati
Del Regale Cantor dagli astri ardenti ’
Della notte, degnasti ai labbri suoi
Apprestar la tua destra, e la su* cetra
Accordasti col suon dell’alte sfere: "
190Or che la più sublime io pinger tento
Dell’opre tue, che inanimate sono,
Tu seconda l’ardir, lancia quest’alma
Lungi dal globo, e da quel cerchio augusto
Che signoreggia il Sole: il genio mio
195Trasporta a voi da questo angol del mondo
Entro una sfera di pensieri eccelsi,
Ed a tutti i mortali affatto ignoti.
Degli esseri la serie or tu m’addita
A scorrere, a partir da questa base
200Del trono tuo, perchè, movendo il passo
Per questi gradi luminosi, io m’erga,
Ed ascenda di poi fijao a te stesso.
Tu m 1 insegaa-a- mirar l’ampia natura