Pagina:Delle strade ferrate italiane e del miglior ordinamento di esse.djvu/360

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mere di accrescere e di facilitare l’arrivo a Roma di un maggior numero di forestieri provenienti da ogni parte della cristianità.

Nè si creda, come vogliono alcuni, ch’essi vi si condurrebbero egualmente, perchè ora già ve ne accorre un gran numero, malgrado le poche facilità di cui godono. Perocchè la cosa poteva benissimo succeder prima quando i comodi del viaggiare erano scarsi dovunque; ma di presente, che ogni contrada europea porge a coloro che vogliono visitarla facilità e comodi di ogni maniera: non è a dubitare che la differenza troppo enorme notata una volta tra paesi i quali sono di que’ vantaggi largamente dotati e quelli che s’ostinerebbero a non offrirli ugualmente, non allontani in fin di conto da questi un grandissimo numero di viandanti.

Se a siffatte considerazioni troppo evidenti, relative all’interesse d’ogni luogo, aggiungiamo poi ancora quella gravissima prima notata dell’immenso vantaggio che deriverebbe a tutta la Penisola, e specialmente allo Stato pontificio, del transito lungo di essa, perciò anche di questo, del commercio di tutta Europa coll’Oriente; di leggeri si potrà comprendere come debba premere a quel governo di non lasciar sfuggire l’occasione di procurarsi un tal beneficio. Perocchè, trascurate una tale occasione, si fa, per chiunque sia anche men perspicace, evidentissimo che aperte dovunque le nuove vie di comunicazione, e facilitato con favori e con comodi d’ogni maniera il transito delle persone e delle merci per altra parte, lo Stato che persisterà a non entrare in un consimile sistema, sarà per l’avvenire condannato ad una pregiudicevolissima segregazione; e quindi, non solo non conseguirà alcuno de’ profitti ingentissimi che ritraggono quegli Stati dove con più savio consiglio seguesi un opposto sistema, ma pur anco perderà gli stessi utili ricavati nell’attuale condizione di cose.

Nè ci sembrano a modo alcuno fondati i timori onde son travagliati certi uomini di Stato, che le strade ferrate possano essere bensì nel rispetto economico convenienti, non così in quello politico.

Pretendono cotestoro, che l’immenso moto che ne deriva delle persone, può per avventura incitare gli animi a maggiore indipendenza dal freno dell’autorità; facilitare le relazioni tra i su-