Pagina:Delle strade ferrate italiane e del miglior ordinamento di esse.djvu/583

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Piemonte, per andar quindi a Racconigi e Carmagnola, da dove a punto più opportuno si potrebbe entrare nella detta via che da Torino a Genova sarà rivolta: non è a dubitare, che siffatta linea dall’estero in riva al mare all’interno dello Stato condotta, potrebbe singolarmente avvivante le relazioni commerciali. — Sarebbe essa linea inoltre un sicuro succedaneo per corrispondere dalla Francia all’Italia con una via ferrata, nel caso che le altre divisate vie incontrassero ostacoli insuperabili, — porgerebbe dal Piemonte alla Provenza mezzo di versarvi i tanti nostri prodotti, or già colà difficilmente per aspri monti avviati. — Darebbe alla valle del Tanaro ed alle circostanti province, taluna delle quali (le Langhe) per difetto di traffico è ora in poco felice condizione economica, un impulso di attiva operosità, onde ne avverrebbe per esse una felicissima mutazione di cose. — E se, come vuolsi proposto, si stabilisse nella detta valle del Tanaro, a Garessio, dove ferro, legname e lignite diconsi abbondare, un opificio meccanico, il quale fabbricasse il materiale occorrente alle vie ferrate dello Stato sardo; il quale opificio potrebbe col tempo anche provvedere il resto della Penisola; un’altra fortunatissima mutazione di cose si procurerebbe a quelle contrade, onde nascerebbe larga sorgente di vita e di profitti allo Stato intero.

Arroge a questi vantaggi innegabili quello di collegare con un non luogo tunnel sotto Montalbano il vasto e securo porto di Villaficanca a Nizza per modo, che questa città, il cui porto di Limpia, sì angusto ed insufficiente, non concede di’estendere il suo traffico marittimo, ben tosto diventerebbe un altro emporio, che lo Stato sardo avrebbe molto profittevole ed in certe date emergenze anche più opportuno lll’esportazione de’ suoi prodotti per quella parte, tra i quali gli olii, le canape, il riso.

Queste vantaggiose possibili condizioni, nelle presenti circostanze d’ardite imprese chiarite non tanto difficili, solo potrebbero trovare nell’ordinamento loro un ostacolo, quello del forse fondato timore di non ritrarre dall’intera linea dal Varo in Asti ed a Torino prodotto adequato alla spesa di essa; posciachè codesta linea sarebbe tra quelle secondarie, che nel sistema misto cui incliniamo, è conveniente, a parer nostro, lasciare all’industria privata con una concessione temporanea.

Quando quella però volesse assumere l’impresa, noi la riputiamo cosi profittevole al commercio interno, ed anche in parte a quello estero degli Stati sardi, che avvisiamo degno dell’illuminato e solerte governo che li regge, di accogliere favorevolmente le domande che per avventura fossero al proposito insinuate; con che, ben inteso, siffatte domande avessero tutti i caratteri di realtà che potrebbero renderle caute e positive; nè fossero a solo fine di giuoco formolate.

Dopo aver toccato cotesto tasto, ricordiamo ancora le cose dette al capitolo 5.° del Discorso III intorno alle altre linee interne che si potrebbero aprire negli Stati preallegat.