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muni desiderii, da alcuni si voleva preparare una dimostrazione al generale in capo Rostolan.

Questi, prevenuto della cosa, nelle ore pomeridiane dei 31 decorso, pubblicò un’ordinanza colla quale, confermando che gli assembramenti non potevano essere permessi in una città che tuttora è in istato d’assedio, avvisa che i medesimi, in ogni caso, sarebbero dissipati colla forza.

Contemporaneamente il prefetto di Polizia emise altro decreto diretto a sollecitare la partenza da Roma di quei forestieri già addetti ai Corpi Franchi e di coloro che non potranno legalizzare la loro permanenza nella città.

Ieri sera, nel caffè di Valle, alcuni uffiziali francesi fraternizzarono con una comitiva di frequentatori che schivavano il loro contatto e la loro presenza. I Francesi fecero proteste liberali le quali riuscirono bene accette. Questa mattina, in varii angoli della città, si trovarono affissi alcuni cartellini nei quali s’indirizzavano calde parole al corpo di spedizione francese, dichiarandosi l’abborrimento al Governo dei preti, ed invocandosi il loro appoggio per la totale abolizione.

Dessi erano scritti in francese, ed i militi di quella Nazione non solo non li tolsero, ma li copiavano con avidità e compiacenza.

I carabinieri pontifica però li strapparono.


4. — La Commissione militare francese condannò alla fucilazione un tal Trabalza, scultore trasteverino di qualche merito, reo dell’uccisione di Rodes, sa-