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Marforio rispose essere cosa provata che senza mangiare si moriva. Jacobini era quello che tra i ministri non mangiava, e per conseguenza era morto.

Allora Pasquino conchiuse che sarebbe stata una vera provvidenza se, invece del pulcino, tosse crepato il gallo ben satollo.

Allude al pro-ministro Galli e al defunto Jacobini, ch’era piccolissimo di statura.

Il Jacobini mori dopo le ore 6 pomeridiane del giorno 17 corrente, in età di 62 anni.

Nella prossima estrazione uscì tutto il terno, cioè: 6, 17, 62.

Il pro-ministro delle finanze, inquieto di questo, voleva citare il defunto per tentato danno al pubblico erario, e dichiarava di essere bene scandalizzato del suo collega, che, dopo morto, facesse ciò che egli avrebbe soltanto fatto finché viveva.

È uscita altra satira, relativa alla morte di Jacobini, ministro dei lavori pubblici, che verificò il nuovo braccio del palazzo delle Finanze che si è costruito.

Il signor Ministro approvò il tutto, e, per conseguenza, non mancando altro che di pagare, così prega che sollecitamente gli sia mandato il proministro delle finanze.


1° Aprile. — Martorio, impaziente di conoscere qualche deliberazione sulla carica vacante del ministero del commercio, interpellò Pasquino.

Questi rispose che Galli si manderà ai lavori pubblici a forza, e che si sta cercando un galantuomo per le finanze.