Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/494

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pusillanimi o disonesti o ignoranti che temono più un occhio bieco de’ loro attuali padroni che non l’avvenire delle loro famiglie; dal servidorame prelatizio e dagli affigliati dei Gesuiti che in grazia del poter temporale hanno convertito oggi in indulgenza quello che prima vietavano come peccato. A tutti farà la spesa l’obolo di S. Pietro, e il prestito de’ cinque milioni che l’onesto Borbone va ora emettendo in cartelle da 100 franchi stampate a Roma colla data di Gaeta: prestito così immorale che certo il Governo Italiano non sarà mai sì stolto da riconoscere.

» Romani! lasciate pure che frequenti il Corso ed i Festini chi si sente degno di sì nobile e scelta compagnia! Per chi ama il proprio decoro; per chi sente all’altezza delle sorti che la Provvidenza ha riserbato all’Italia e alla sua Capitale, l’antico Foro di Roma ed ogni altro luogo dove sono memorie della nostra antica grandezza offre gioie degne di lui. Là ricordando quanto furono grandi i nostri maggiori ha d’onde rallegrarsi il vero cittadino di Roma, poiché vi trova le ragioni del vicino nostro risorgimento dopo tanti secoli di sventure.

»Viva il Pontefice non Re.

»Viva Vittorio Emanuele II Re d’Italia.

» Roma, 20 Febraro 1862.
» Il Comitato Nazionale Romano1».


  1. Avvenuta la dimostrazione al Foro, il Comitato publicò il seguente proclama:
    «Romani,
          «Colla dimostrazione di ieri al Foro Romano deste tal luminosa conferma dei vostri sentimenti, che avrà all’estero l’eco che si conviene.