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Il cardinale Antonelli, segretario di Stato, chiamò il Direttore dell’Osservatore Romano e gli ordinò che d’ora in poi si astenesse da qualsiasi polemica urtante i partiti;

che riportasse fedelmente i telegrammi, qualunque potesse essere la fortuna delle parti belligeranti;

che potesse stamparli, straordinariamente, in foglietti separati.

Il fanatismo per le notizie della guerra è tale che fu d’uopo reprimere la folla, all’ufficio, con i gendarmi.

Il S. Padre, per l’incoronazione1, fece la grazia a varii politici colla diminuzione di condanna e ad alcuni colla commutazione in esiglio.

Intanto, i suddetti politici, che erano alla larga, dopo le grazie, furono rinchiusi nelle segrete di S. Micheletto.

Ai 23 dello scorso giugno, il primogenito del principe Doria doveva partire per l’armata italiana, in qualità di aiutante di campo del re, suo cugino; ma un incomodo, sopraggiunto, fece sospendere, momentaneamente, la partenza.

Il giorno 30, però, parti per l’armata D. Alessandro, secondogenito del principe Ruspoli.


10. — La regina vedova di Napoli, alla notizia della battaglia dei 24 giugno, sfavorevole all’Italia, fece improvvisare un balletto di famiglia.

Al caffè del Veneziano, frequentato specialmente dagli emigrati napolitani, si ordinarono sorbettiere

  1. Cioè per l’anniversario della sua incoronatone.