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marco cau e graziano maino

stegno del Miur, sono stati realizzati diversi progetti (www.scuola-digitale.it/elenco-dei-progetti) che hanno contribuito a sedimentare un significativo patrimonio di competenze e strumenti e che hanno prodotto e diffuso modelli replicabili e sostenibili. Sul sito Avanguardie Educative, Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa del Miur) raccoglie e sistematizza le numerose esperienze di innovazione didattica realizzate nelle scuole.

Anche al di là dei programmi promossi e finanziati del Miur, molti istituti, spesso in collaborazione tra loro, hanno dato vita a significative sperimentazioni, sostenute dalle Regioni o da imprese e fondazioni private. La “scuola digitale” si è già sviluppata grazie all’iniziativa di reti di scuole formali e informali e di comunità professionali di docenti online e offline, un movimento digitale che è portatore di grande valore innovativo proprio perché nato sul campo, da esperienze bottom-up. Tra gli obiettivi strategici per i prossimi anni, il Miur ha indicato quello della visibilizzazione – anche con il contributo di Regioni, Comuni e Uffici Scolastici Regionali – del grande patrimonio di competenze, strumenti e modelli realizzati nell’ambito di questo movimento, al fine di non disperderle, di valorizzarle, di renderle accessibili e riproducibili.

“Le reti che fanno dell’innovazione nella scuola un lavoro permanente – si legge nel Piano nazionale per la scuola digitale – sono numerose […] e di finalità e composizione diversa: da reti afferenti a investimenti pubblici a reti private, ad esempio legate a Fondazioni, passando per reti completamente spontanee ed emerse dalla volontà dei propri partecipanti, sul territorio o in rete. Queste reti meritano un ruolo nel Piano.


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