Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/26

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6 i salmi di david

2          Lasso, mio Re, non mi si nieghi
     Udienza appo te, al mio grido,
     Quel Dio tu se’ nel qual confido.
     Non far che tanti umili prieghi
     Indarno spieghi.
3          A’ primi albor, divoto, imprendo
     Conte del cor le cure farti.
     A’ primi albor piaccia chinarti
     A’ pianti miei: mirando attendo,
     E da te pendo.
4          Perocchè l’empietà gradire
     In te non cade, o giusto Dio.
     Non teco alberga il petto rio:
     Anzi lo vuoi da te sbandire,
     Per lontan gire.
5          Di tua tremenda Maestade
     Non può portar l’occhio severo
     L’uom, cui d’orgoglio erra il pensiero.
     Appo te, chi opra iniquitade
     In odio cade.
6          Tu fai perir chi, con mendace
     Lingua, va dietro a frodi prave.
     In abbominio il Signor have
     Cui l’uman sangue spander piace,
     E l’uom fallace.
7          Ma, venend’io, per quel favore,
     Ch’a me, Signor, allarghi tanto,
     In Casa tua, nel Tempio santo,
     Adorerò, chino di core,
     Nel tuo timore.
8          Me la tua grazia e scorta fida,
     Di tua giustizia al calle invie.
     Spiana ’l sentier a l’orme mie.
     Per iscampar la turba infida
     Sii tu mia guida.
9          Dritto parlar non hanno in bocca,