Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/263

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salmo cxix. 243

     I mie’ raccogli dolorosi lai,
     E ’n mia salute sie il tuo dir costante.
86          Di laudi sgorgheran mie labbra un rivo,
     Se m’avrai di tue leggi il lume infuso:
     De’ tuoi detti farò sermon diffuso,
     Chè giusto è ’l tuo comandamento divo.
87          Scampo mi diè la tua potente mano,
     Che’ tuo’ precetti in mio tesoro eleggo.
     La tua salute ognor i’ bramo e chieggo,
     Ed è tua Legge il mio piacer sovrano.
88          Perchè ti laudi l’alma lassa avviva,
     Tuo’ giudizi mi son fidata aita.
     Vieni a cercar me, pecora smarrita,
     Che di tua Legge ho la memoria viva.


SALMO CXX.

1          A l’orecchie divine prece ardente
     Porsi sovente:
     N’unque turate fur a le mie grida.
     Ora, Signor, soccorri me gemente,
     Contra la lingua infida
     E le labbra, in cui sol frode s’annida.
2          O lingua disleal e lusinghiera,
     Che bene ispera
     Il tuo scaltro mentir, che, come strale,
     Tratto da destra valorosa arciera,
     Reca piaga mortale,
     E ’ncendio, a brace di ginepro uguale?
3          Ahi lasso me, che ’n barbariche tende
     Convien ch’attende,
     Del Mesechita e Chedarin rapace!
     Omai la sconsolata alma s’arrende:
     Perchè, chiedendo io pace,
     Vanno attizzar di nuova guerra face.