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246 i salmi di david

     Signor, bramando e sospirando affiso.
     Qual umile servente
     A la padrona mira,
     N’altrove gli occhi gira.
2          Qual servo timoroso
     A la man signoril attento guata;
     Tal a te noi di voglia spasimata,
     O Signor grazioso,
     Per ottener mercede,
     Ergiam del cor la fede.
3          Di noi pietà ti vegna,
     Ch’abbiamo i petti soverchiati e sazi
     Di tanti amari ed accoranti strazi:
     E l’alma gonfia e pregna,
     Degli agri vituperi
     Di questi agiati alteri.


SALMO CXXIV.

1          Sciolto di grevi affanni,
     Ora sciolga Israel la lingua grata:
     E festeggiando dica,
     Se ne’ mortali danni
     De’ fier tiranni non ci fosse stata
     Di Dio la destra amica,
     Qualor d’umana congiurata possa,
     N’assalì fiera mossa.
2          Di lor ingorda foce
     Stati saremmo sanguinoso pasto:
     De l’ira ostile il foco
     Cotanto ardeva atroce.
     E qual veloce in giù senza contrasto
     Scorre torrente roco,
     Ci avrie la lor ondosa piena e torta
     L’alma affondata e assorta.