Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/28

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8 i salmi di david

     Omai rivolgi la benigna faccia:
     E l’alma liberar, ch’a te, gridando,
     Ergo, fra tante pene,
     Di tua bontà pel sol amor ti piaccia.
     Perchè non v’è chi faccia
     Di te memoria ne la tomba scura:
     Chi di narrare ha cura,
     Nel cupo sen di tenebrosa morte,
     Le chiare lodi tue, nel mondo scorte.
3          Carco di doglie e di mortal affanno,
     Alito sol sospiri.
     Di pianti un largo rio il mio letto inonda,
     Ch’agli occhi di versar posa non danno
     I notturni martiri.
     D’amaro lagrimar bagno la sponda,
     Ove ’l dolor m’affonda.
     Langue la vista, per l’acerbo sdegno,
     Ond’ho ’l mio petto pregno.
     De’ nemici mi fa la turba meno
     L’occhio venir, già lucido e sereno.
4          Or gli empi dileguarsi vegga intorno,
     Cui il mal oprar è l’arte.
     Pur ha il Signor il mesto suono udito
     De’ pianti miei, nè vano fu il ritorno
     A le preghiere sparte.
     Che ’l concetto del cor, al ciel salito,
     Dal signor fu gradito.
     I mie’ nemici smarrimento ingombri,
     Confusione adombri.
     Ad or ad or gli vegga in volta messi,
     E di vergogna in un momento oppressi.


SALMO VII.

1          In te, Signor, m’affido,
     Che sei de l’alma mia l’unica speme.