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derivano dalla Confederazione, quale venne dal nostro programma definita. Ma altri vantaggi più particolari e più immediati noi possiamo enumerare, i quali riguardano da vicino lo stato reale della penisola, e quello delle nostre istituzioni - e primieramente io osservo che nel costituire la penisola, noi ci troviamo a fronte di due fazioni. - L’una municipale, l’altra unitaria. Vorrebbe quella dividere le membra d’un medesimo corpo facendo consistere la perfezione in un isolamento compiuto, che quando si effettuasse, saprebbe del barbaro e del selvaggio, - vorrebbe questa fondere le cose le più disparate, e nulla curando la storia della penisola, la sua posizione geografica, la varietà delle stirpi, l’ineguaglianza della coltura, la differenza delle abitudini, de’ governi, de’ dialetti, per una smania di malintesa unità vorrebbe livellare violentemente tutte le provincie, e togliere quella varietà da cui esse ricevono vita, forza e bellezza. - Ambedue queste fazioni riescono senz’accorgersi al medesimo fine, che è la negazione della nazionalità. Quella per troppo dividere, questa per troppo unire; ora se havvi un mezzo di conciliare la varietà municipale coll’unità nazionale, gli è certamente quello della confederazione e del potere centrale. - Imperocchè, sì l’una che l’altro non pregiudicando alla vita individuale de’ municipii, e provvedendo nello stesso tempo alla vita intiera della nazione, accordano i due elementi apparentemente discordi, e fanno sì che l’Italia possa godere della prosperità che va generalmente unita ai piccioli stati, e della potenza che nasce dai grandi.

Oltre dell’accordo del municipio e della nazione, v’ha ancora un accordo molto più difficile, e che le circostanze presenti hanno dolorosamente dimostrato necessario ed indispensabile, questo è l’armonico conserto del potere spirituale e del potere temporale della Chiesa. Molte giuste obbiezioni si fecero relativamente alla congiunzione di questi due poteri in un medesimo individuo. Noi vedemmo con rammarico non ha guari, quel Pontefice che aveva così gloriosamente iniziata l’era di redenzione, ri-