Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/101

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libro primo 81

Signore non si posa mai, se già la bontà d’uno insieme con la virtù non la tenesse libera; ma durerà tanto quella libertà, quanto durerà la vita di quello; come intervenne a Siracusa di Dione e di Timoleone, la virtù de’ quali in diversi tempi, mentre vissero, tenne libera quella città; morti che furono, si ritornò nell’antica tirannide. Ma non si vede il più forte esempio che quello di Roma, la quale, cacciati i Tarquinj, potette subito prendere e mantenere quella libertà; ma morto Cesare, morto Caligola, morto Nerone, spenta tutta la stirpe Cesarea, non potette mai, non solamente mantenere, ma pure dare principio alla libertà. Nè tanta diversità di evento in una medesima Città nacque da altro, se non da non essere ne’ tempi de’ Tarquinj il Popolo romano ancora corrotto, e in questi ultimi tempi essere corrottissimo. Perchè allora a mantenerlo saldo, e disposto a fuggire i Re, bastò solo farlo giurare che non consentirebbe mai che a Roma alcuno regnasse; e negli altri tempi non bastò l’autorità e severità di Bruto con tutte le legioni Orientali a tenerlo disposto a volere mantenersi quella libertà, che esso a similitudine del primo Bruto gli aveva renduta. Il che nacque da quella corruzione, che le parti Mariane avevano messa nel Popolo, delle quali essendo Capo Cesare, potette accecare quella moltitudine, ch’ella non conobbe il giogo che da sè medesima si metteva in sul collo. E benchè questo esempio di Roma sia da preporre a qualunque altro esempio, non-