Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/140

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seguire. E tanto più è difficile il conoscere questi inconvenienti quando e’ nascono, quanto e’ pare più naturale agli uomini favorire sempre i principj delle cose. E tali favori possono più che in alcuna altra cosa, nelle opere che paiono che abbiano in sè qualche virtù, e siano operate da’ giovani; perchè se in una Repubblica si vede surgere un giovane nobile, quale abbia in sè virtù straordinaria, tutti gli occhi de’ cittadini si cominciano a voltare verso di lui, e concorrono senza alcun rispetto ad onorarlo; in modochè se in quello è punto d’ambizione, accozzati i favori che gli dà la natura, e questo accidente, viene subito in luogo, che quando i cittadini si avveggono dell’error loro, hanno pochi rimedj ad ovviarvi, e volendo quelli tanti che egli hanno operarli, non fanno altro che accelerare la potenza sua. Di questo se ne potrebbe addurre assai esempj, ma io ne voglio dare solamente uno della Città nostra. Cosimo de’ Medici, dal quale la Casa de’ Medici in la nostra città ebbe il principio della sua grandezza, venne in tanta riputazione col favore che gli dette la sua prudenza, e la ignoranza degli altri cittadini, che ei cominciò a fare paura allo Stato, in modo che gli altri cittadini giudicavano l’offenderlo pericoloso, e il lasciarlo stare cosa pericolosissima. Ma vivendo in quei tempi Niccolò da Uzzano, il quale nelle cose civili era tenuto uomo espertissimo, ed avendo fatto il primo errore di non conoscere i pericoli, che dalla riputazione di Cosimo potevano nascere, men-