Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/32

Da Wikisource.
12 discorsi

ficò assai, e per tutto l’Imperio suo: ovvero le sono edificate da un Principe, non per abitarvi, ma per sua gloria, come la città di Alessandria da Alessandro. E per non avere queste cittadi la loro origine libera, rade volte occorre che le facciano progressi grandi, e possinsi intra i capi de’ Regni numerare. Simile a queste fu l’edificazione di Firenze, perchè o edificata da’ soldati di Silla, o a caso dagli abitatori dei monti di Fiesole (i quali confidatisi in quella lunga pace che sotto Ottaviano nacque nel Mondo, si ridussero ad abitare nel piano sopra Arno) si edificò sotto l’Imperio romano, nè potette ne’ principj suoi fare altri augumenti, che quelli che per cortesia del Principe le erano concessi. Sono liberi gli edificatori delle cittadi, quando alcuni popoli o sotto un Principe, o da per sè, sono costretti o per morbo, o per fame, o per guerra ad abbandonare il paese patrio, e cercarsi nuova sede: questi tali, o egli abitano le cittadi che e’ trovano ne’ paesi ch’egli acquistano, come fece Moisè, o ne edificano di nuove, come fece Enea. In questo caso è dove si conosce la virtù dello edificatore, e la fortuna dello edificato; la quale è più o meno maravigliosa, secondo che più o meno è virtuoso colui che n’è stato principio. La virtù del quale si conosce in duoi modi; il primo è nella elezione del sito, l’altro nella ordinazione delle leggi. E perchè gli uomini operano o per necessità o per elezione, e perchè si vede quivi esser maggiore virtù, dove la ele-