Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/42

Da Wikisource.
22 discorsi

con la potenza del Principato, e con quello degli Ottimati, visse Atene a rispetto di Sparta brevissimo tempo. Ma vegniamo a Roma, la quale nonostante che non avesse un Licurgo, che l’ordinasse in modo nel principio, che la potesse vivere lungo tempo libera, nondimeno furono tanti gli accidenti che in quella nacquero, per la disunione che era intra la Plebe ed il Senato, che quello che non aveva fatto uno ordinatore, lo fece il caso. Perchè se Roma non sortì la prima fortuna, sortì la seconda; perchè i primi ordini se furono difettivi, nondimeno non deviarono dalla diritta via che li potesse condurre alla perfezione. Perchè Romolo e tutti gli altri Re fecero molte e buone leggi, conformi ancora al vivere libero; ma perchè il fine loro fu fondare un Regno e non una Repubblica, quando quella città rimase libera, vi mancavano molte cose che era necessario ordinare in favore della libertà, le quali non erano state da quelli Re ordinate. E avvegnachè quelli suoi Re perdessero l’Imperio per le cagioni e modi discorsi, nondimeno quelli che li cacciarono, ordinandovi subito duoi Consoli, che stessero nel luogo del Re, vennero a cacciare di Roma il nome, e non la potestà regia; talchè essendo in quella Repubblica i Consoli e il Senato, veniva solo ad essere mista di due qualità delle tre soprascritte, cioè di Principato e di Ottimati. Restavagli solo a dare luogo al Governo popolare; onde essendo diventata la Nobiltà romana insolente per le ca-