Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/44

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24 discorsi


CAPITOLO III


Quali accidenti facessero creare in Roma i Tribuni
della plebe, il che fece la Repubblica più perfetta
.


Come dimostrano tutti coloro che ragionano del vivere civile, e come ne è piena di esempj ogni Istoria, è necessario a chi dispone una Repubblica, ed ordina leggi in quella, presupporre tutti gli uomini essere cattivi, e che gli abbiano sempre ad usare la malignità dell'animo loro, qualunque volta ne abbiano libera occasione; e quando alcuna malignità sta occulta un tempo, procede da una occulta cagione, che, per non si essere veduta esperienza del contrario, non si conosce; ma la fa poi scuoprire il tempo, il quale dicono essere padre d’ogni verità. Pareva che fusse in Roma intra la Plebe ed il Senato, cacciati i Tarquinj, una unione grandissima, e che i Nobili avessero deposta quella loro superbia, e fussero diventati di animo popolare, e sopportabili da qualunque ancora che infimo. Stette nascoso questo inganno, nè se ne vide la cagione, infino che i Tarquinj vissono; de’ quali temendo la Nobiltà, e avendo paura che la Plebe mal trattata non si accostasse loro, si portava umanamente con quella; ma come prima furono morti i Tarquinj, e che a’ Nobili fu la paura fuggita, cominciarono a sputare