Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/49

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libro primo 29


CAPITOLO V


Dove più sicuramente si ponga la guardia della libertà, o nel Popolo, o ne’ Grandi; e quali hanno maggiore cagione di tumultuare, o chi vuole acquistare, o chi vuole mantenere.


Q

uelli che prudentemente hanno costituita una Repubblica, intra le più necessarie cose ordinate da loro, è stato costituire una guardia alla libertà; e secondo che questa è bene collocata, dura più o meno quel vivere libero. E perchè in ogni Repubblica sono uomini grandi e popolari, si è dubitato nelle mani de’ quali sia meglio collocata detta guardia. E appresso i Lacedemoni, e ne’ nostri tempi appresso de’ Viniziani, la è stata messa nelle mani de’ Nobili; ma appresso de’ Romani fu messa nelle mani della Plebe. Pertanto è necessario esaminare, quale di queste Repubbliche avesse migliore elezione. E se si andasse dietro alle ragioni, ci è che dire da ogni parte; ma se si esaminasse il fine loro, si piglierebbe la parte dei Nobili, per aver avuta la libertà di Sparta e di Vinegia più lunga vita che quella di Roma. E venendo alle ragioni dico, pigliando prima la parte de’ Romani, come e’ si debbe mettere in guardia coloro d’una cosa, che hanno meno appetito di usurparla. E senza dubbio, se si considera il fine de’ Nobili e degl’Ignobili, si vedrà in quelli de-