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Principe, o dal suo valore intrinseco, non può intendersi, che relativamente ad un altra moneta, ma non mai ad una certa quantità di grasce, o altre cose, le quali secondo l’abbondanza, o la penuria, ed il consumo, che se ne fà variano il loro prezzo. Se io ho una lira, posso assicurarmi di aver venti soldi, di avere la settima parte del nostro scudo; ma se voglio comprarne Grano, in un tempo n’averò il doppio, ed anche due volte più, che in un’altro. Tengo un mallevadore per potere ottenere ciò, che desidero, ma non sempre nella medesima quantità. Vorrebbe il compratore, che la roba fosse a vil prezzo per ottenerne maggiore quantità, ed il Venditore desiderando di vendere caro la sua roba, vorrebbe a vil prezzo la moneta.

Non è il danaro, che deve fare il prezzo alle Grasce, ma sono le Grasce, che devono dare il valore al danaro, poichè i poveri lavoranti per vivere, e non campandosi di oro, ma di Grasce, non desiderano