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più tardi quando la spiga incomincia a biondeggiare.

Se abbiamo, dunque, metereologia assolutamente avversa alla nostra coltura agraria, ditemi di quanto si può aumentare questa produzione nel Mezzogiorno, di quanto nell’Italia settentrionale, in modo che da un prodotto maggiore ci vengano i mezzi per offrire il pane quotidiano a tutti i nostri cittadini?

Quando vi imbattete nella coltura dell’Italia settentrionale trovate già che voi: o dovete sacrificare la terra posta al riposo dell’avvicendamento, o quella destinata al foraggio, o qualche altra coltura, ad esempio delle leguminose, per poter produrre più grano. E si avverta che la sostituzione renderebbe sempre poco, in modo che quando saremo arrivati nell’Italia settentrionale ad avere un aumento di un 5 per cento, sarà già assai, e non vi fate illusione su ciò.

Voi potete nella Maremma toscana e nel Lazio, pel quale già si discute, aumentare un po’ più, senza dubbio, la produzione, ed anche nelle Puglie, dove non è molto rigida la coltura, ma non potrete nel resto d’Italia, dove già si coltiva frumento a un’altimetria di 600 e 700 metri sul livello del mare, non potrete trarre gran che al di sopra delle sementi, come nell’anno passato.

Orbene, se così è, noi, in Italia, siamo stati, siamo e saremo tributari dell’estero: tal’essendo la lezione delle cose. Però mentre