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1241 ibiscum Ida 1242

madre Iside ed inseperabile dal culto di essa, Cic. ed a.

ĭbiscum, V. hibiscum.

ĭbrĭda, V. hibrida.

Īby̆cus, i, m. (Ἴβυκος), Ibico, lirico greco da Reggio, contemporaneo di Ipponatte e d’Anacreonte, fiorì verso il 540 av. Cr. in Samo, noto per le gru invocate da lui cume testimoni del suo assassinio.

Īcădĭus, ĭi, m. (Ἰκάδιος), Icadio, famoso pirata.

1. Īcărĭus, ĭi, m. (Ἰκάριος), Icario, figlio di Ebalo re di Lacedemone, fratello di Tindaro, padre di Penelope, i cui pretendenti dovettero istituire delle corse di gara. — Deriv.: A) Īcărĭōtis, tĭdis, f. (Ἰκαριωτίς), Icariotide (figlia di Icario) == Penelope. — (poet.) agg., icariote, B) Īcăris, rĭdos, f. (Ἰκαρίς), Icaride (figlia di Icaro) == Penelope.

2. Īcărĭus, a, um, V. 1. e 2. Icarus.

1. Īcărus, i, m. (Ἴκαρος, per i Greci comun. Ἰκάριος), Icaro, ateniese, padre di Erigone, il quale sotto il regno di Pandione, accolse in ospitalità Bacco (Dionysos) che veniva nell’Attica. Per ringraziarlo, il dio gli diede dei tralci di vite e delle otri con dentro del vino. Con queste otri sopra un carro, andando in giro per le campagne, spartì il dono del dio, perchè si piantasse la vite. Alcuni pastori, credendo che i loro compagni ubbriachi fossero stati avvelenati, lo uccisero e seppellirono. La figlia sua Erigone lo cercò, trovò la sua tomba, guidata dal fedele suo cane Maera. Pel dolore essa s’impiccò all’albero, sotto al quale il padre giaceva sepolto. Giove ovv. Bacco la mutò in uno costellazione nel cielo, Icaro assieme col suo Calice come Boote od Arturo, Erigone come la Vergine, Maera come Sirio. — Deriv.: Īcărĭus, a, um (Ἰκάριος), icario, boves, il gran carro (come costellazione), Prop.: canis, Sirio.

2. Īcărus, i, m. (Ἴκαρος), Icaro, figlio di Dedalo, volò via da Creta assieme col padre, che per sè e pel figlio aveva preparate ali artificiali. Dedalo si tenne vicino alla superficιe della terra, Icaro invece, malgrado le ammonizioni del padre, volò troppo in alto, sicchè il calore del sole sciolse la cera con cui erano attaccate le penne al suo corpo, e così egli cadde nel mare che da lui (secondo il mito) fudetto icario — Deriv.: Īcărĭus, a, um (Ἰκάριος), icario, Icarium mare, Ov.: o sost. semplic. Icarium, Hor., mare Icario (la parte del mare Egeo d’attorno all’isola d’Icaro [oggi Nicaria] e che probabilmente ricevette il suo nome da essa).

iccirco, V. idcirco.

Īccĭus portus, V. Itius.

Īcĕlŏs, i, m. (ἴκελος, simile), fratello di Morfeo.

īcĭo ovv. īco, īci, ictum, ĕre, colpire con un urto, una percossa, I) propr. e meton.: 1) propr.: icere femur, Plaut.: lapide ictus, Caes.: pugno ictus, Liv.: gravi vulnere ictus, Liv.: corruit icta, Liv.: partic. del colpire del fulmine, fulmen lauri fruticem non icit, Plin.: fulmine ictus, Liv., ovv. e caelo ictus, Cic., colpito dal fulmine, quindi poet. ictum caput, tocco dal vino, quando il vino ha dato alla testa, Hor. Fig., in gen., domestico vulnere ictus, colpito da sventura domestica, Tac. Agr. 29: e l’immagine del colpire del fulmine, Cic. de har. resp 45: nec vellent ictae (della casa colpita dal fulmine di malaugurio) limen adire domus, Ov. trist. 5, 4, 34. 2) meton. (del sacrifizio necessario per affermare un patto), icere foedus, fare, concludere un’alleanza, Cic. e Liv. II) trasl., partic. ictus, tocco, colpito sgradevolmente da circostanze esteriori o da vive commozioni, ictus novā re, Liv.: metu icta, Liv.: conscientiā ictus, Liv.: desideriis icta, tocca, spinta, Hor. Le sole forme usitate sono ici, icit (come 3ª pers. del pres. e perf. dell’indic.), icere, icisse, icitur e ictus.

īcŏnĭcus, a, um (εἰκονικός), rappresentato al vivo, ritratto al vivo, simulacrum, statua simile all’originale e di grandezza naturale, Suet. Cal. 22.

īcŏnismus, i, m. (εἰκονισμός), rappresentazione viva, al naturale, Sen. ep. 95, 66.

Ĭcŏnĭum, ĭi, n. (Ἰκόνιον), Iconio, città della Licaonia, in una contrada molto fertile; oggi Cogni.

ictŭs, ūs, m. (ico), colpo (percossa, morso, taglio, puntura, ecc.), I) in gen., a) propr.: gladiatorius, stoccata, Cic.: serpentum, vesparum, Plin.: solis, Hor. e Ov.: securis, Liv.: pilorum, Caes.: ictus enim fit, si dà una scossa violente alla trachea, Cornif. rhet.: fulminis ictus, colpo di fulmine, Cic.: arietis, Liv.: calcis, calcio, Tac.: pollicis, pulsazioni sulle corde degl’istrumenti musicali con, ecc., battute, Hor.: ictibus aëra rumpere, salire a spruzzi (dell’acqua), Ov. b) trasl., ictus calamitatis, colpo, Cic.: voluptas non habet ictum, non ha una forte attrattiva, Cic. II) partic.: A) attacco nemico, urto, assalto, uno ictu contendere, Auct. b. Afr.: sub ictum dari, rimanere esposto ai colpi del nemico, Tac.: quindi come proverbialm., singulis velut ictibus bella transigere, con un sol combattimento porre fine alla guerra, Tac.: sub ictu habere, avere davanti agli occhi, Sen.: extra ictum ponere, fuor di pericolo, Sen.: sub ictu nostro positum, in nostro potere, Sen.: sub ictu esse, essere nel pericolo, Sen. B) battuta con la mano, col piede, misura, cadenza, Hor.: pedum digitorumque ictu, Quint. C) meton., ictus foederis, conclusione d’un patto, d’un’alleanza, Val. Max. 2, 7, 1.

īcuncŭla, ae, f. (dimin. di *icon == εἰκών), piccola bambola, puellaris, Suet. Ner. 56.

Īda, ae, f., e Īdē, ēs, f. (Ἴδη, dor. Ἴδα), I) Ida, alta catena dell’Asia Minore, che dalla Frigia si estende attraverso la Misia (quindi anche attraverso la Troade); la sua vetta più alta detta Gargara era celebre pel culto di Cibele; oggi Ida. II) Alto monte nel mezzo dell’isola di Creta, ove Giove fu allevato. — Deriv.: Īdaeus, a, um (Ἰδαῖος), ideo, dell’Ida: a) nella Frigia e Troade, parens