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A



A smf. a; dal a al zeta, m. avv. dall’a alla zita, — dall’alfa all’omega, — dall’a al Bus, al Fio, al Ronne, ― da capo a fondo, — da imo a sommo, — dal principio alla fine, — dall’uovo alle frutta.

Abaco, sm. abbaco, abaco, libréttine — „Impara l’abbaco.“ ― „È alle libréttine.“

Abandon, sm. abbandono; lassar in abandon qualcossa, mettere nel cesso una cosa — modo anfibologico fra: cesso, cessamento, e: cesso, nel significato suo proprio, — lasciare, o rimanere nel chiappolo che che si sia — „Hai finito il tuo nuovo quadro? — L’ho lasciato nel chiappolo e’ saran tre mesi.“

Abandonà, agg. abbandonato, derelitto; negletto; lasciato in balìa di sè stesso; lasciato alla mercè degli eventi; logo abandonà, prunaio, sterpaio; eremo; star in un logo abandonà, abitare, o dimorare, o stare a casa ’l diavolo, — a oga magoga, — in Chiarenna, – in Orinci; sm abbandonato; tapino.

Abandonàr, vn. abbandonare, – òasciare, mettere – e simili – in abbanden; desistere; tralasciare; trascurare; negligere; levarsi, o partirsi dal giuoco; abandonar uno, abbandonare uno a sè stesso, – mitriare uno sopra sè stesso.

Abassar, va. e vn. abbassare, diminuire, scemare.

Abastanza, avv. abbastanza, a sufficienza, bastantemente.

Abater, vn abbattere, infiacchire, spossare.

Abatimento, sm. abbattimento, fiacchezza, languore; costernazione, sbigottimento, sgomento.

Abatudo, agg. abbattuto; acquacchiato; infiacchito; spossato.

Abecè, sm. abbecedario; abbicì; no saver manca l'abecè, met. essere più groso dell'acqua dei maccheroni, –