Pagina:Dodici monologhi di Gandolin.djvu/83

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il veterano al congresso 77

crazio. Mi quando sentivo parlar di spiriti no ghe credevo. Ma là, parola d’onore, erano quei busti di marmo, e noialtri, invece si vedeva la persona viva. Luciano Manara, ah! lo vedevo lì, con tutte quelle penne che mi parevano una criniera di leone.... quando ci trascinava alla guerra a corpo a corpo. Ma che guerra! ci pareva di andare a una festa da ballo. Si cantava a squarciagola l’inno che ci metteva la febbre nel sangue. E c’era anche lui, l’autore dell’inno, Goffredo Mameli.... tutto biondo e tutto nervi. Lo vedo come fosse ora sopra un monticello con la sciabola sguainata, così, che ci gridava: Dio è con noi, addosso a questi vigliacchi.... sotto, fratelli! E in quel momento, maledeto can! lo vediamo traboccare e cadere sul fianco. Aiuto!... Mameli muore!... E lui: No, no, lasciatemi stare! Avanti! avanti, vendicatemi!

E noi, allora, rabbiosi, su, su a testa sotto fra la mitraglia, su cantando ancora, ma con la schiuma alla bocca, il sangue agli occhi.... Dài! su! tra il fumo, i rombi, le baionette.... picchia.... dài! chi muore, muore e avanti!... Eh! la po-