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80 il veterano al congresso

rivati fin sotto a Roma, a Casal de Pazzi. Saremo stati neppure cinquecento, ma tutti fioi de can!

Il Generale ci fece accucciare lungo il ciglione d’una collina e ci disse:

— Intanto, ragazzi, mangiate qualche cosa.

Figureve! un bocconsin di carne cruda senza sale e un pan che pareva un sasso. Basta, con la staccionata si fece il fuoco e si arrostì la carne. Il Generale lassù, in alto, guardava Roma. Era di buon umore, teneva il cappello indrio. Quando lo portava sugli occhi era segno di burrasca.

Mi magnavo, ma stavo a sentirlo che diceva agli ufficiali dello Stato Maggiore:

— Sapete dove siamo? Sul Monte Sacro, quello di Menenio Agrippa. E qui si è accampato pure Coriolano.

— E noi, Generale, che faremo?

— Aspettiamo un segnale, il segnale che è scoppiata la rivoluzione, e allora marceremo su Roma.

Aspetta, aspetta, si rimase sicuro un par d’orette, ma invece del segnale, vedemmo avanzare da due parti zuavi pon-