Pagina:Domenico Spadoni - Alcune costumanze e curiosità storiche marchigiane (Provincia di Macerata), 1885.djvu/70

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Risaliamo dunque a l’antico... a la fonte di tutto il ben di Dio. Risaliamo, se volete, fino al secolo XV.., Per quel che si rileva dai documenti dell’Archivio comunale di Macerata, pare che anche allora non corresse troppo buona nomina al gentil sesso. Nel volume del 1457 degli Atti delle Riformanze, al fol. 207, è menzione di una supplica di molti cittadini per aver maltrattato al ponte del Potenza alcuni forestieri, che dicevano villanie delle donne di Macerata. Nel volume poi del 1463 troviamo che l’autorità comunale si occupa di coloro che cantavano 7iescio qiiam canfileiiam, videlicet Dentro da Macerata, in dedecus et vituperium huius civitatis. Oh, avevano cavato anche una canzone sopra le donne di Macerata?

Quella tale canzone, come meglio si apprende nel volume degli Atti del 1479, incominciava cosi:

Dentro de Macerata non c’è donna....


La citazione, manco a farlo apposta, non va oltre al primo verso. Ma che il seguito non fosse un elogio, si può arguire dal fatto menzionato in quel documento stesso, che cioè certo Recchi calzolaio — un curioso Don Chisciotte di quei tempi — udita cantare da un forese quella canzone prò conservatione honoris della città di Macerata, commise un maleficium, legnò cioè di santa ragione il mal capitato forese.

E, nel timore di incontrare una punizione da parte della giustizia, fotta una supplica al Comune per esser graziato, questo non solo gli perdonò, ma fu a quanto — 54


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