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Sclama: Oh opera la più bella del divino Facitore! Oh donna reale! Oh Madre di Dio, e chi è colui, che arder non dovrà di puro affetto innanzi al fulgore del tuo divino sembiante? Ah Madre amorosa, amorosis­ sima madre, tu che scegliesti questo luogo per casa delle tue grazie, deh fa una grazia a questo tuo Figlio, che prostrato innanzi alla tua presenza lagrimante ti prega! Se ogni cuore, che qui ti guarda, si di scioglie in lagrime della più sincera tenerezza, co­ me mai il mio cuore soltanto rimarrà insensibile, e duro innanzi a te? Ah non sia mai! accoglimi dunque, o Madre, sotto il tuo santissimo manto, e per la tua intercessione resti mondata da ogni mac­ chia l’anima mia: rendimi degno di essere chia­ mato tuo figlio: fa che questo mio cuore di altro, affetto non arda, che di quello, del quale tu ti compiaci: e fra le innumerevoli tue grazie, anno­ vera anche queste, cioè di essere sempre tuo figlio divoto. Dopo fatti questi teneri sfoghi alla gran Madre di Dio, ricolmo di santa divozione esce fuori della sacratissima Grotta, e passando pel’piccolo Coro sale sei gradini, s’introduce nell’umile chiostro, nel quale vi ammira fin dove giunge l’industria u­ mana, poiché con molta fatica si è scavato alla falda dell’alta collina, e con isquisit’arte si è for­ mato un Chiostro piccolo sì; ma elegante, e pro­ porzionato, simile a quelli dei conventi grandiosi. Da Noci

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