Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
97
Sclama: Oh opera la più bella del divino Facitore! Oh donna reale! Oh Madre di Dio, e chi è colui, che arder non dovrà di puro affetto innanzi al fulgore del tuo divino sembiante? Ah Madre amorosa, amorosis sima madre, tu che scegliesti questo luogo per casa delle tue grazie, deh fa una grazia a questo tuo Figlio, che prostrato innanzi alla tua presenza lagrimante ti prega! Se ogni cuore, che qui ti guarda, si di scioglie in lagrime della più sincera tenerezza, co me mai il mio cuore soltanto rimarrà insensibile, e duro innanzi a te? Ah non sia mai! accoglimi dunque, o Madre, sotto il tuo santissimo manto, e per la tua intercessione resti mondata da ogni mac chia l’anima mia: rendimi degno di essere chia mato tuo figlio: fa che questo mio cuore di altro, affetto non arda, che di quello, del quale tu ti compiaci: e fra le innumerevoli tue grazie, anno vera anche queste, cioè di essere sempre tuo figlio divoto. Dopo fatti questi teneri sfoghi alla gran Madre di Dio, ricolmo di santa divozione esce fuori della sacratissima Grotta, e passando pel’piccolo Coro sale sei gradini, s’introduce nell’umile chiostro, nel quale vi ammira fin dove giunge l’industria u mana, poiché con molta fatica si è scavato alla falda dell’alta collina, e con isquisit’arte si è for mato un Chiostro piccolo sì; ma elegante, e pro porzionato, simile a quelli dei conventi grandiosi. Da Noci
13