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sacra effigie di Maria SS. degli Angeli per tanti secoli dimenticata, e renderla più veneranda e più gloriosa.
Già per tradizione si dicea, che un piccolo fora me corrispondente nel giardino immediatamente sotto le fabbriche del Convento, era l’ingresso della Grotta, in cui nel secolo XIII si rinvenne la vene randa effigie della Gran Madre di Dio: ma questo sacro luogo era così negletto, così abbandonato, che soltanto le nottole, le civette, i gufi vi entra vano a fare i loro nidi. Il padre Provinciale nel mese di luglio dell’anno scorso 1854, trovandosi nel Convento di Gassano, e discorrendo coi Padri della Grotta in parola, quasi mosso dallo spirito di Dio: Tentiamo, disse, di penetrare nella Grotta, onde osservare cosa ci è. Il cuore mi presagisce, che questo è veramente il luogo, ove si rinvenne l’Immagine di Maria. Già secondato dal Superiore padre Vincenzo da Turi e da tutti gli altri Reliligiosi, si porta al forame rivelatore, si rimuovono le macerie che ingombrano l’ingresso, e legandosi due scale insieme si calano al fondo della sacra Grotta. Quindi coi lumi accesi scende per la scala il padre Provinciale, e gli altri Padri man mano lo sieguono, e giunti al fondo squalido e tenebroso, già osservano un gran vuoto tutto ingombro di orridi massi, di rottami, di macerie, e di terra. Le grezze mura sono guaste dall’umido, alcuni