Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/451

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capitolo xlix 441

dottore Rezio. Allestita poi ogni cosa per la visita dell’isola, uscì egli accompagnato dal maggiordomo, dal segretario, dallo scaleo e dall’istorico che aveva la cura di registrare tutte le sue geste. Lo seguitarono pure gli sgherri, e notai in tanto numero che potea formarsene uno squadrone. Camminava Sancio nel mezzo colla bacchetta del comando in mano, ch’era un contento il vederlo; e scorse ch’ebbero poche strade della Terra, udirono un fracasso di gente che quistionava. Volarono subito a quel luogo, e trovarono due uomini a duello, i quali vedendosi sorpresi dalla giustizia non si mossero, ma uno di loro si fece a dire: — Ognuno stia quieto: come si ha a tollerare che in questo paese i ladri rubino di bel mezzogiorno, ed escano ad assassinare in mezzo alla pubblica strada? — Fermatevi, galantuomo, disse Sancio, e raccontatemi il motivo di questa contesa, chè io sono governatore„. L’uno dei due disse: — Signor governatore, gliela conterò io e alle brevi: saprà vossignoria che costui ha vinto poco fa, nella casa di bisca che sta qui dirimpetto, più di mille reali, e Dio sa in che maniera; e trovandomi io presente ho giudicato più di un punto dubbioso in suo favore contro a tutto quello che mi dettava la coscienza. Vedendo egli di aver fatto un buon guadagno si alzò per andarsene quando io mi aspettava qualche premio dovuto alle persone autorevoli come sono io, e che stanno al bene e al male per aiutare i torti ed evitare le liti; ma egli intascò i suoi denari e uscì di casa. Io gli tenni dietro subito, e con buone e cortesi parole gli chiesi che mi desse almeno otto reali, sapendo che io sono persona onorata, e che non ho arte nè parte; perchè i miei non me l’hanno insegnate; ma il birbante, che non è manco ladro di Caco nè manco mariuolo di Andadiglia, non volea darmi più di quattro reali; sicchè noti, signor governatore, che razza di coscienza ha costui: ma giuro a Dio che se non arrivava qua vossignoria io gli avrei fatto vomitare il guadagno, e gli avrei insegnato il modo di procedere coi miei pari. — E voi che ne dite?„ dimandò Sancio all’altro. E questi rispose ch’era vero quanto il suo avversario diceva, ma che non gli avea offerto se non quattro reali, perchè spesso gliene dava altrettanti, e quelli che stanno sulle vincite, debbono essere facili e corrivi, e pigliare con viso allegro quanto viene loro dato, senza mettersi in lizza con coloro che giuocano, quando non sappiano con certezza che sono barattieri, e che il guadagno è mal acquistato. A prova poi ch’egli era onest’uomo, e non ladro, come diceva colui, gli pareva di non dovergli dar nulla; chè sempre i mariuoli sono tributarii degli speculatori di questa razza.

— E la cosa è per appunto cosi, disse il maggiordomo, sic-

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