Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/501

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capitolo liv 491

— E qual guadagno vi facesti? dimandò Ricotte. — Ho guadagnato, rispose Sancio, la persuasione che non sono buono da governare altro che branchi di bestiame, e che le ricchezze che si acquistano in questi governi, sono l’arrischiare di perdere il riposo, il sonno ed il proprio sostentamento ancora; perchè danno molto poco da mangiare ai governatori delle isole, e spezialmente se vi sono medici custodi della sanità. — Io non t’intendo, o Sancio, disse Ricotte, e mi pare che tu vada dicendo grandi spropositi; perchè, chi è mai colui che ti avesse a dare isole da governare? Mancano forse al mondo uomini più abili di te da eleggersi per governatori? Caro Sancio, rientra in te stesso e pensaci ancora una volta se vuoi venire, come ti ho detto, per aiutarmi a cavare il tesoro, chè ti assicuro ch’è tanto, da poterlo con ragione chiamare tesoro, e potrà dare anche a te molto bene da vivere come ti ho offerto. — Io mi sono già dichiarato, disse Sancio, che vi rinunzio, e ti basti la promessa che ti fo di mantenere il segreto, e va in buon’ora pel tuo viaggio e lasciami seguitare il mio; chè dice il proverbio che un mal guadagno sfuma presto, e sfuma con lui anche chi l’ha fatto. — Non insisterò altro, soggiunse Ricotte; ma dimmi, Sancio, ti trovavi tu nel nostro paese quando mia figliuola e mio cognato se ne partirono? — Mi vi trovava benissimo, rispose Sancio, e li so dire che tua figliuola quando partì era così bella, che accorsero tutti a vederla, e dicevano ch’era la più avvenente creatura che si potesse vedere; ed ella andava via piangendo, ed abbracciava tutte le sue amiche e conoscenti non solo, ma quanti andavano per mirarla, pregando tutti che la tenessero raccomandata al Signore e alla Madonna sua madre: faceva questo con tanta tenerezza che mi misi a piangere anch’io, quantunque io non sia gran fatto piagnone. Ti so anche dire che furono alcuni ai quali era venuto voglia di nasconderla o di rapirla durante il viaggio; ma li ritenne la paura di trasgredire ai comandi del re; e sopra tutti si mostrò molto appassionato don Pietro Gregorio, quel ragazzo primogenito e ricco che tu conosci, e dicono che le voleva gran bene; ed egli, dopochè la giovane è partita, è sparito dal paese, e tutti credono che sia andato via per rapirla, ma poi sinora non se n’è saputo il netto. — Sospettai sempre, disse Ricotte, che quel gentiluomo facesse all’amore colla mia figliuola, ma riposando tranquillo sulla onestà della mia cara Ricottina, non mi ha dato gran fastidio il sapere ch’egli la amasse. Tu avrai udito a dire più volte, o Sancio, che le morische o di raro o non mai si sono frammischiate in amori con cristiani vecchi; e Ricottina, che, per quanto credo, badava più ad essere