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12 i marmi - parte prima


vostri passati; perché voi non sète manco gloriosi in vita della lor fama che loro famosi in morte della vostra gloria.

Salvestro. Ben be’, voi siate usciti di leggende: come domin sa’ tu tanto? Io mi maraviglio che tu non ti facci addottorare, perché sarai il maggior uom di Firenze.

Migliore. Voi mi date la baia. Io vi dico, Salvestro, che questi uomini si specchiavano ne’ buoni e ne’ virtuosi e oggi costoro si rimirano ne’ cattivi e negli ignoranti; qua si comincia a mutar ogni dí nuove foggie di vestimenti, a trovar nuovi intingoli per pasteggiare e nuove chimere di girandole per istraziare il tempo e trattener le femine; le lettere son ite a monte, i costumi antichi spianati e gli ordini vecchi buoni perduti: io son pur giovane e mi ricordo che i vecchi erano di qualche autoritá; ora la gioventú ha dato nello scorretto e non ci son per nulla i padri antichi.

Salvestro. Peggio è, Miglior mio caro, che non c’è riparo; e però, quando viddi un sí dotto frate morire e far tante matterie una sí savia cittá, mi riscoss’io.

Migliore. Che pensasti voi allora in quel vostro timore o che vi s’appresentò dinanzi?

Salvestro. Conobbi un termine e un ordine di tutte le cose inaspettatamente e scòrsi con l’intelletto che, fra quel cielo e questa terra, ci è un ordine in tutte le cose che non può preterire: noi arriviamo alla state, giungiamo all’inverno, scorriamo alla primavera e ci conduciamo all’autunno non ci accorgendo anzi desiderando sempre d’andare inanzi, come colui che, cavalcando o navigando, quanto piú forte camina o quanto piú veloce solca il mare tanto piú si contenta l’animo.

Migliore. Il cielo, anzi il fattor di quello, ha benissimo (per confermazione dell’opinion vostra) contrapesato le cose, secondo che io veggo: egli ha dato corrispondente a ciò che c’è, al dolce l’amaro, al duro il tenero, alla luce le tenebre, alla sanitá la malattia, al riso il pianto, al buono il cattivo, alla vigilia il sonno, alla pace la guerra, al caldo il freddo, alla povertá la ricchezza, al piacere il dispiacere, al fuoco l’acqua e alla gioventú la vecchiezza; e, brevemente, tutte le cose hanno, volete dir voi, il suo contrapeso.