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discorsi utili all'uomo 141


Savio, Pazzo, Viandante e lo Spedato.

Savio. Tu debbi aver fatto rider ogn’uno con cotesta tua opinione: ma dimmi l’altra.

Viandante. Noi vogliamo udir ancóra noi.

Pazzo. Voi siate i ben venuti. Egli mi sa male che voi non vi abbiate trovato alla disputa de’ mali che vengano e vanno nel corpo nostro: io ho mandato a monte gli argomenti, le sofisterie, le logiche, i serviziali, le medicine e ogni cosa, e, ultimamente, venni con la pratica (perché v’eran forse tremila plebei) e dissi una novella nuova non piú detta, e mi venne, vedete, in un súbito alla memoria.

Dice che s’era un tratto, lá, nel principio del mondo, tutti gli uomini ragunati insieme e che se lo divisero tutto tutto a un pezzo per uno, e ciascuno aiutava l’altro a mantenere il suo, come dire, il re di Francia dá favore al re d’Inghilterra, quel d’Inghilterra e quel di Francia al re d’Italia, questo d’Italia, essendo molestato il re di Francia, l’aiutava, e vattene lá. Ma quando costoro divisero il mondo fra di loro, e’ non avevano cognizione se non d’un certo che, perché ancóra non avevano solcati i mari né navicato per tutte le provinzie abitabili e inabitabili. Alla fine comparsero nuovi popoli, e, trovato presa la parte migliore, si diedero a trovare invenzioni per dominare, per aver qualche cosa e per usurpare dell’usurpato; e qui cominciarono a dire: — Non mangiate questa cosa, ché la fa male; non usate questa altra, perché la nuoce. — E, fatta setta da loro, si fecero chiamare i Mendici, conciosia che andavan mendicando. E sapete in che modo? Come fanno oggi i poeti, i quali, avendo fatto un libro, lo vanno a presentare a qualche gran maestro e quivi si rimpiumano, rimetton le penne ciò è, e vivattano d’un desinare, di due scudi, d’una marmetta e d’un presentuzzo; alla fine, eglino si ritrovano sicul erat in principio, come i Mendici, i quali aricchitisi, si son fatti, per forza di soldi, chiamar Medici. Ancóra i poeti, quando diventano potenti di un saione