Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. II, 1928 – BEIC 1814755.djvu/72

Da Wikisource.

i marmi - parte terza 67


alieno, e il suo bene però grandemente ama, perché sa che deve esser bene per qualche uno altro. I liberali studi t’amaestrano in questi costumi? Non piú ti amaestrano in questo che nella semplicitá, nella modestia, nella temperanza la quale cosí perdona all’altrui sangue come al suo e sa che l’uomo non debbe usar l’uomo piú che non si conviene.

Pedone. Qui accaderebbe allegare le sètte degli stoici e de’ peripatetici.

Giomo. Che sa Santi di stuoie o pan pepati?

Pedone. Egli è forza che ne sappi, a come egli favella con fondamento.

Santi. Son contento d’allegare, e non vi maravigliate, ché io ebbi giá mio fratello mastro Cosimo, dotto in teologia, che mi fece studiare: però vi dico, che ’l peripatetico dice che voi stoici diciate cosí, dicendo che non si può pervenire alla virtú senza gli studii liberali. Come negate voi che quelli niente giovino alla virtú? Perché né senza il cibo si perviene alla virtú; non dimeno il cibo non si apartiene alla virtú.

Giomo. Io comincio a venirmi a noia da me medesimo.

Santi. Il legname niente giova alla nave, benché la nave non si faccia d’altro che di legname. Non ti bisogna adunque credere che una cosa si faccia per aiutorio di quello senza il che non si può fare.

Pedone. Si può ancóra dir questo, che senza gli studi liberali si può pervenire alla sapienza, imperoché, benché sia necessario imparare la virtú, non di meno non s’impara per gli studi liberali.

Santi. Perché non posso io credere che un uomo diventi savio, il quale non sappia lettere?

Giomo. (Ora mi viene egli voglia di partirmi, che voi cominciate a ribeccarvi insieme).

Santi. Conciosia che la sapienza non consista nelle lettere.

Giomo. Io sarò savissimo.

Santi. Gli effetti fanno l’uomo savio e non le parole.

Giomo. Tenetemela costí, non passate piú inanzi.

Pedone. Tu non ci lasci far bene stasera.