Pagina:Doyle - Le avventure di Sherlock Holmes.djvu/20

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— Dottore — mormorò Holmes — abbiate la bontà di consultare le mie annotazioni.

Da molti anni, l’amico mio aveva l’abitudine di raccogliere giorno per giorno tutti i documenti, che concernevano uomini e avvenimenti importanti, che egli accuratamente classificava. Possedeva di ogni personalità, di ogni questione, plichi completi.

In pochi minuti io aveva trovato la biografia di Irene Adler, schizzata tra quella di un rabbino e quella di un ufficiale di marina celebre per un lavoro sulla fauna dell’Oceano Pacifico.

— Leggiamo — disse Holmes. — Irene Adler nata a New-York nel 1858; voce di contralto, hum! alla Scala.... prima donna all’Opera di Varsavia.... Sì, è questa.... Abbandona la scena e si ritira a Londra... Ci siamo! Vostra Maestà a quanto posso vedere, si lasciò avvincere dai vezzi dell’ammagliatrice e scrisse senza dubbio talune lettere compromettenti che S. M. desidera farsi restituire... Pardon se sono indiscreto: esisterebbe un matrimonio segreto, o semplicemente una promessa scritta?...

— No, nulla.

— Allora, più non comprendo. Se questa persona, per scopo di vendetta vuol pubblicare quelle lettere, in qual modo ne dimostrerà l’autenticità?

— Ma... dallo scritto! dallo stemma della carta! E dal mio sigillo stoltamente apposto sotto ogni viglietto? E le mie fotografie?

— Questo nulla conta. La scrittura potreste dire, fu abilmente imitata, la carta mi fu portata via, il sigillo copiato, le fotografie comperate! Nulla di più semplice!

— Sì, ma.... su talune fotografie siamo uniti, ella ed io....

— Oh! la cosa si complica! L’imprudenza fu grande.

— Sì, era pazzo quel giorno; non era ancora che Kron-prinz, e tanto giovane!