Pagina:Doyle - Le avventure di Sherlock Holmes.djvu/34

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casa sia in fiamme, il suo primo impulso è di correre verso ciò che ha di più caro. È cosa più forte di lei, e in più di un caso usai di questa gherminella. Una donna maritata correrà alla culla del figlio, una vedova sui suoi gioielli o sulle sue lettere. Come lo immaginavo, Irene nulla ha al mondo di più prezioso di quel ritratto che noi tanto aneliamo di possedere. Ella doveva forzatamente correre a salvarlo!

Lo stratagemma del fuoco è riuscito a meraviglia. Il fumo, il rumore, tutto ciò la spaventò... Il ritratto è in un piccolo ripostiglio dietro un quadro a destra del caminetto. La vidi frugare là.

Allorchè le appresi che tutto ciò non era che un falso allarme, ella lo ripose al suo posto, guardò quella fiamma artificiale, poi bruscamente abbandonò la stanza. Non l’ho più riveduta poi. Alla mia volta sono uscito non senza aver pensato un istante a impadronirmi del ritratto prima di andarmene ma il cocchiere era entrato e mi sorvegliava attentamente.

— Ed ora che contate di fare?

— Il nostro compito è per così dire compiuto. Andremo domani per tempo da questa bella, in compagnia del re e di voi stesso se lo volete. Saremo introdotti nel salotto, e quando Irene scenderà per accogliere i suoi visitatori, c’è a scommettere che non vi troverà nessuno; una volta in potere del ritratto noi ce ne andremo in fretta. Dunque a domattina, alle otto. Ella non sarà ancora alzata; avremo il tempo di agire. Vo a telegrafare al re.

Eravamo giunti dinanzi alla porta di Holmes. Mentre cercava le chiavi, qualcuno ci passò vicino e gridò:

— Buona sera signor Sherlock Holmes!

V’era molta gente nella strada, e ci fu impossibile riconoscere l’interlocutore.

— Strano! — esclamò Holmes volgendosi. — Parmi aver udito quella voce in qualche luogo! È partita da quel giovanotto che corre laggiù in ulster!.... io però non lo conosco....