Pagina:Doyle - Le avventure di Sherlock Holmes.djvu/87

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— E’ noto come Silas Brown ha scommesso per quest’altimo, e non era l’amico del povero Straker.

— Noi abbiamo esaminato le sue scuderie e nulla di sospetto fu scoperto.

— E nessun interesse lega Simpson allo stabilimento di Mapleton?

— Nessuno.

Holmes si affondò nella vettura e la conversazione cessò.

Qualche minuto dopo il conduttore ci mostrò una graziosa villetta a mattoni rossi guernita di una veranda. Un po’ più lungi, separato da una prateria, si trovava un edificio coperto di tegole bigie.

Nelle altre direzioni, si scorgeva la distesa degli stagni colorati dei pruneti, che si diffondevano all’orizzonte, tagliati solo dal campo di corsa di Tavistorle, e da un’agglomerazione di case che indicavano il posto delle scuderie di Mapleton.

Scendemmo tutti, tranne Holmes, che, cogli occhi fissi al cielo, pareva interameate assorto nei suoi pensieri.

Soltanto quando lo toccai, egli si alzò bruscamente e balzò dalla vettura.

— Scusatemi, disse, volgendosi verso il colonnello Noss, che lo guardava un po’ sorpreso. Sognavo desto. Dicendo così, aveva uno strano bagliore negli occhi, e come io ero abituato a’ suoi modi, m’avvidi subito ch’egli seguiva una nuova pista, ma di più non potei indovinare.

— Vorreste forse veder subito il luogo del delitto, signor Holmes? disse Gregory.

— Preferirei rimanere qui per esaminare qualche dettaglio. Straker fu trasportato qui, presumo.

— Sì, è in alto. L’inchiesta incomincia domani.

— Fu al vostro servizio per molti anni, colonnello Noss?

— E non ebbi che a lodarmi sempre di lui.