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Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/339

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Parte II. Cap. I. 315

scosto; E così mentre tanto li liscia, e fà loro tante carezze, affatto li rovina. Chi sarà dunque quell’huomo prudente, che non voglia essere più tosto allevato dalla discreta severità del padre, ch’esser con carezze soverchie mandato in rovina dalla Madre? Così a punto fà Dio, che qual magnifico Padre, e severo essattore delle virtù, aspramente allieva i suoi, nel modo che fanno i più severi, e prudenti padri à i loro figliuoli.

Seneca trattando elegantissimamente di questa istessa materia, così dice: Non vides, quanto aliter Patres, aliter matres indulgeant? Illi excitari iubent liberos ad studia obeunda mature; feriatis quoque diebus non patiuntur esse otiosos, & sudorem illis, et interdum lachrymas excutiunt. At matres fovere in sinu, continere in umbra volunt; nunquam flere, nunquam tristari, nunquam