Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/108

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La seconda, che lavorino delle finezze o leghe che si contengono nelle tariffe suddette, ed anco come si dice nelli capitoli XXII e XXIII, per non intervenirvi rotti.

La terza, che compartiscano le monete, cosi d’oro come d’argento, giustamente sotto il peso o campione della libra di Bologna, e non d’altra.

Capo terzo, delli contisti.

La prima parte, ch’appartiene alli contisti, cosi delle zeche come altri, è ch’essi, col mezo delli saggi, bilance e conti loi;o, riveggano di mano in mano ciascuna sorte di monete, tanto coniate nelle loro cittadi e paesi quanto quelle che saranno portate da diversi luoghi, per conoscere e far sapere alli suoi superiori s’esse corrisponderanno giustamente e saranno conformi alle note che sopra quelle saranno impresse.

La seconda, che tassino le monete sinora fatte, cosi d’oro come d’argento, per il giusto loro valore, avendo sempre riguardo alle finezze e pesi loro, e lasciando a favore di esse monete tutti li rotti che si troveranno essere meno di un quattrino per ciascuna, e adoperando sempre nel fare la detta tassa il campione della detta libra, se ben le monete fossero giá state fatte e coniate sotto qualunque altro peso o campione.

La terza, che debbano fermamente osservare, e per sempre, che in qualunque sorte di monete, cosi d’oro come d’argento, che si conieranno, e nelle giá fatte che si tasseranno, sia fatto il conto ed il calcolo per l’oro puro a ragion di lire 72 imperiali l’oncia, e per l’argento fino o di coppella a ragion di lire 6 l’oncia, e non mai sotto altri valori.

Capo quarto, del publicp.

La prima parte, ch’appartiene al publico, è che in tutti li pagamenti ciascuno abbia la sua giusta quantitá in peso dell’oro e dell’argento, in qualsivoglia sorte di monete.

La seconda, che si statuisca che tutti gli instromenti e contratti, o publici o privati, cosi di vendite, doti, livelli, affítti, come