Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/121

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I

ALLI LETTORI

LO STAMPATORE

Perché egli è stato costume antichissimo e osservato poi di tempo in tempo dagli uomini, che hanno governato e che governano il mondo, il riformare alcune leggi o statuti secondo che si sono mutati e che si mutano i costumi delle genti ; però non deve esser cosa di maraviglia se i prencipi, conoscendo sopra il fatto delle monete esservi tanta confusione e varietá d’ordini, con ogni loro sforzo abbiano cercato e cerchino con bandi e altri simili mezi di fermarle in valori certi e giusti, accioché nei pagamenti ciascuno conseguisca quello che ragionevolmente aver debba. Nondimeno, per non esser mai stata mostrata loro sopra ciò regola alcuna, qual debba da tutto il mondo esser osservata, però nulla fanno, com’è manifesto, anzi quasi tutte le monete sono in continova strage, essendoché un prencipe non ha tantosto fatto una bella e buona moneta, ch’in breve ella è rifatta, credo, con qualche vantaggio. E, perché il grande Iddio, eh’ è la somma providenza, nei casi disordinati fa sorgere alle volte persone che mostrano agli uomini la via e l’ordine che tener si debba accioché le cose restino regolate, però il magnifico messer Gasparo Scaruffi, nobile regiano (avendo diligentemente considerato e anco con sinceritá di animo desiderato mostrare al mondo un nuovo ordine nel maneggio delle monete, cioè una sola nominazione o titolo di valore, un peso e un numero proporzionati e giusti, da esser fermamente osservati in universale, tanto nelle zeche per far esse monete quanto per far la tassa a tutte le giá fatte, accioché s’abbiano a spendere per sempre in tutti i luoghi sotto i fermi valori dati loro, e che non possano esser mai tose e guaste o fose per rifarne altre),